dilluns, 12 d’octubre del 2009

Design italiano a Barcellona


Si è appena conclusa la settimana dell'architettura Arquinset'09 di Barcellona che ha visto in città un buon numero di iniziative. Dal 1 all'8 di ottobre, presso la sala d'esposizioni del FAD in plaça dels Angels, 6 vicino al MNAC, erano esposte le opere finaliste al prestigioso premio dell'associazione stessa. Il FAD Foment de les Arts i del Disseny è un'associazione privata e indipendente, fondata nel 1903, con l'obiettivo di promuovere le arti e il design. È diviso in sei sezioni, che spaziano dal design, all'oreficeria, alla moda.
Per gli appassionati de design italiano l'appuntamento è stato con l'architetto imprenditore Giulio Cappellini, che ha partecipato una conferenza intitolata suggestivamente Cappellini's Dream nello studio Minim, un elegante showroom di arredamento in avinguda Diagonal. Cappellini ha coniugato la raffinatezza del designer alla capacità imprenditoriale, creando un'azienda che da oltre vent'anni produce oggetti disegnati da lui stesso e da altri progettisti di alto livello che lui stesso seleziona. Il fatto che un' azienda italiana lavori in prevalenza con giovani designer inglesi, australiani, giapponesi e francesi, appare di considerevole importanza. Giulio Cappellini ha sempre dimostrato una mano sicura, l’istinto giusto per la persona giusta; ha mostrato coraggio imprenditoriale, ha promosso designer di talento ed ha avuto ragione.
Nessun designer che abbia lavorato per Cappellini ha mai avuto un successo effimero. Hanno tutti un temperamento diverso; non c’è un vero e proprio stile Cappellini e, ciononostante, è stata creata una collezione di prodotti equilibrata e convincente.
E’ coraggioso proseguire su questa linea anche oggi, nonostante il momento di recessione generale. Con la protezione di questi designer, Cappellini ha incrementato e promosso il design così come fecero personalità ed imprese agli inizi del secolo scorso: allora come oggi, si trattava e si tratta di collegare il potenziale creativo alla capacità industriale, così che da questa unione possa nascere qualcosa di nuovo. Lo abbiamo intervistato e, fra le altre cose, ci ha confessato che ha già adocchiato giovani designers catalani e spagnoli da inserire nel suo prestigioso catalogo.
Per saperne di più, niente di meglio che il sito: www.cappellini.it
Tutte le informazioni sono su www.arquinfad.org

dimarts, 15 de setembre del 2009

La Catalogna vuole la libertà

Questo autunno, molti comuni catalani stanno organizzando una consultazione fra i propri cittadini con la domanda: “Lei è d’accordo che Catalogna diventi uno stato di diritto, indipendente, democratico e sociale, integrato nell’Unione Europea?”Il primo a celebrarla, il 13 settembre, é stato Arenys de Munt, un “ridente paesino” di 8.023 abitanti, non lontano da Barcellona, dove si sono accreditati 300 giornalisti da tutta Europa. Ma perché un’iniziativa numericamente tanto piccola riscuote questo interesse?La Costituzione spagnola del 1978 prevede, all’art. 92, che i referendum possono essere convocati solo dal governo, su proposta del parlamento. Dato che essa stessa garantisce l’unità e indissolubilità della nazione spagnola non sono permesse iniziative di autodeterminazione. Così, il Governo Zapatero si è affrettato a precisare che questa iniziativa è fuori dalla Costituzione e ha attivato il meccanismo di nomina di un avvocato pubblico.Contemporaneamente, un gruppo referente alla Falange Spagnola ha chiesto l’autorizzazione per una manifestazione contraria alla consulta, proprio ad Arenys de Munt, da farsi lo stesso giorno della sua celebrazione. Ricordiamo che la Falange, corrispondente del partito fascista italiano, in Spagna non è proibita dalla legge. Fondata nel 1933, sopravvive ancora. Qualcuno ha detto: “Franco è morto, ma il franchismo no”. Per noi italiani già questo suona strano, ma c’è dell’altro: fra i 40 Avvocati dello Stato in servizio in Catalogna, il caso ha voluto che il delegato del Governo abbia scelto Jorge Buxadé Villalba, un ex candidato proprio della Falange a metà anni Novanta. Da non credere.A seguito, riscontrando la legalità della manifestazione falangista e l'incostituzionalità della consulta, il Giudice ha vietato al Comune di Arenys di dare supporto a quest'ultima ed ha autorizzato la manifestazione neofascista.A quel punto, da tutti i gruppi del Parlamento Europeo, sono arrivate proteste e hanno proposto di fare pressioni sullo Stato Spagnolo che autorizza questo tipo di manifestazioni domandandosi se ciò sia adeguato agli standard europei nei confronti dei passati regimi fascisti. La consultazione si è celebrata nel centro parrocchiale. L’adesione dei votanti è stata alta, sono arrivate personalità politiche e semplici cittadini a sostegno dell’iniziativa, che il sindaco ha definito, commosso, “una festa della democrazia”.Conclusione: se altri 60 comuni catalani si sono dichiarati pronti a ripetere l’iniziativa, dandosi appuntamento per il 18 di ottobre, il desiderio di autodeterminazione della Catalogna è veramente alto.

divendres, 19 de juny del 2009

divendres, 29 de maig del 2009

Alfons Milà (1924-2009)



1970- Restaurant Flash Flash (Estudi Arquitectura Correa Milà)



1985 Reforma Plaça Reial (Estudi Arquitectura Correa Milà)



Alfonso Milà, amb Federico Correa, sòn part d’aquella generació que situada entre les grans figures de la primera generació del Moviment Modern a Catalunya i l’actualitat. La seva obra és un reflex de com han interpretat l’herencia arquitectònica dels grans mestres de l’arquitectura catalana amb els que varen estar en contacte,i per tant, ens d'una una idea de com s’ha produït l’evolució de l’arquitectura catalana fins als nostres dies.

Ja a l’epoca d’estudiants, van tenir com a professors a l’Escola d’Arquitectura de Barcelona a arquitectes com Josep Maria Jujol o Josep Francesc Rufols. Van col.laborar durant molts anys a l’estudi de José Antonio Coderch, a qui consideren una de les seves influències més importants. Ell mateix els va recomanar a Josep Lluis Sert per formar part en el Congrès del CIAM a Venècia l’any 1952, on van tenir contacte amb tota l’arquitectura que s’estava fent a Europa en aquell moment. Un cop finalitzat el congrès van muntar el seu propi despatx d’arquitectura.

De la seva trajectòria professional com arquitectes, destaquen edificis com la Torre Atalaya, la reforma de la Plaça Reial o l’Estadi Olimpic de Barcelona, peró també s’ha de destacar la seva vessant d’interioristes, amb projectes com el restaurant Flash-Flash, el restaurant Il Giardinetto o les botigues Furest de Barcelona, tots ells punts de referència a l’historia de l’interiorisme català.

dijous, 21 de maig del 2009

PALLADIO 1508-1580 l'Arquitecte




PALLADIO 1508-1580 l'Arquitecte
CaixaForum Barcelona dal 22 maggio al 6 settembre 2009

Esposizione organizzata in collaborazione con
Roial Academy of Arts, London
Centro Internazionale di Studi Andrea Palladio, Vicenza (CISA)
Royal Institute of British Architects, London (RIBA)


Palladio l’Arquitecte, è un’esposizione sull’opera dell’architetto italiano, vissuto fra il 1508 e il 1580, realizzata in collaborazione con la Royal Academy of Arts di Londra e il Centro Studi Andrea Palladio di Vicenza, insieme con il Royal Institute of British Architects di Londra. L’allestimento, impeccabile, rende il Palladio un fenomeno di studio, immerso in un’atmosfera tutt’affatto contemporanea. Sono possibili, insieme, varie letture della mostra: quella squisitamente architettonica, dei valori formali; quella del lavoro dell’architetto, professionista di idee e di pratica; quella storica, dei legami di persone, di rapporti, di pensieri.
Nei novecento metri quadrati dell’esposizione, colpisce particolarmente la famosa collezione di modelli in legno con particolari in bisquit di porcellana, della Basilica di Vicenza, dei palazzi e delle ville che da oltre trent’anni si arricchisce di pezzi elaborati su documenti, disegni e studi. Si vedono qui, insieme, i disegni conservati a Londra Vicenza e Venezia. Si evidenzia il modo di lavorare di Andrea di Pietro della Gondola e quanto i curatori - Howard Burns, Guido Beltramini e Fernando Marìas - hanno trovato, in anni di studi.
Troviamo anche dipinti di grandi autori: Tiziano che ritrae Daniele Barbaro, due Canaletto, un ritratto della numerosa famiglia di Gianalvise Valmarana, un Greco, un Veronese che rieccheggia le architetture palladiane e mette su tela, ma non è un caso, i due fratelli Barbaro, mecenati e committenti del nostro Andrea. Dai numerosi inediti appare, per esempio, la quasi sconosciuta entratura spagnola: il progetto della chiesa dell’Escorial inviato a Filippo II.
Burns, nella conferenza inaugurale, ha mostrato documenti dove si accavallano schizzi, progetti, particolari, appunti: tutto assieme l’iter di un’idea, visibile poi, solo in pochi casi, nell’edificio realizzato. La tesi del più noto studioso del Palladio è che anche le sue costruzioni siano rappresentazioni , idee da lanciare. Non è necessario edificarle per intero. Anzi, non si potrà mai farlo: la splendida simmetria dei corpi di fabbrica rimarrà solo un concetto. Non sarà mai possibile terminare gli edifici, e il Palladio lo sa, perchè il terreno non basterebbe o non è di proprietà del committente, o si dovrebbe demolirne altri. Il fatto che quasi tutti i suoi palazzi vicentini siano ultimati solo in parte, sarebbe quindi spiegato da questa singolare chiave di lettura.
Nei suoi libri, Andrea di Pietro espone metodi di progettazione e edificazione attraverso i propri progetti, ma una verifica precisa delle misure ha da tempo dimostrato che i progetti pubblicati non corrispondono esattamente agli edifici costruiti. Secondo Burns, anche i manufatti sono dei modelli. In scala naturale.
Ecco, quindi alcune letture, fra le molte possibili. Palladio inserito nei movimenti e nelle fazioni politiche europee attraverso i suoi committenti. Palladio che, dopo Vicenza, arriverà nella capitale Venezia, e costruirà solo bellissime chiese, ma non un solo edificio civile. Palladio che, attraverso il suo trattato, porta il classicismo in tutto il mondo occidentale: migliaia di copie dei Quattro Libri, attraverso l’architetto inglese Inigo Jones, arriveranno fin negli Stati Uniti dove il terzo presidente Thomas Jefferson si dichiarerà suo discepolo e costruirà la sua casa privata chiamandola “monticello” con un nome tutto italiano e allusivo alla più nota delle ville vicentine, la Rotonda, che sorge appunto su una piccola collina. Villa Almerico Capra è ancora li, fuori Vicenza.
Per vederla bene, insieme con decine di altre, anche da Barcellona, ci sono due modi: la mostra al CaixaForum, o l’indimenticabile film di Joseph Losey “Don Giovanni”.

Chi era:
Andrea di Pietro era nato a Padova, nel 1508 da una famiglia umile, il padre era mugnaio. A 13 anni inizió l’apprendistato di scalpellino e seguí la famiglia a Vicenza lavorando sempre come tagliapietra, fino all’incontro, nel 1535, con il nobile Giangiorgio Trissino, raffinato umanista, che lo guiderà verso una formazione culturale e alla scoperta dell’architettura classica.
La conseguenza dei viaggi a Roma, dove Andrea disegna e misura le “antiche fabbriche dei romani”, sarà evidente nel suo modo di progettare. Egli riuscirà a costruire edifici comodi e abitabili con l’uso delle proporzioni e gli elementi fino ad allora riservati all’architettura aulica. Per la ricchissima nobiltà vicentina prima e nelle chiese veneziane poi, realizzerà costruzioni con portici colonne archi, tratti da templi terme e rovine romane. Il tutto senza marmi o pietre, ma solo con mattoni e stucco. L’economia e la razionalità saranno per lui la prima regola da seguire. L’opera che gli diede maggiore notorietà, peró, è il trattato I quattro libri dell'architettura, pubblicato a Venezia nel 1570, che insegnava come progettare, con i canoni classici degli ordini architettonici, archi colonne e capitelli applicandoli alla costruzione di ville, palazzi e ponti. I disegni, gli aspetti stilistici e le proporzioni formali contenute in questo trattato influenzarono in modo determinante tutta la produzione architettonica successiva, dall'illuminismo all'Ottocento, fino alla nascita del Movimento moderno nel Novecento. Palladio in questo trattato sviluppa la teoria delle proporzioni architettoniche già presente nell'antico trattato De Architectura dell'architetto romano Vitruvio di cui Palladio stesso curò una edizione illustrata nel 1567 assieme a Daniele Barbaro, suo amico, per il quale costruirà la splendida villa di Maser, vicino Treviso, dove si spegnerà il 19 agosto 1580.

La mostra Palladio l’Arquitecte rimarrà aperta sino al 6 settembre, ad entrata gratuita, tutti i giorni. L’orario sarà dalle 10 alle 20, il sabato fino alle 22. In luglio e agosto il mercoledí fino alle 23.
L’allestimento è stato concepito in modo che le tutte le opere siano visibili anche a persone in sedia a rotelle e ai bambini. Per i maggiori di cinque anni c’è uno spazio educativo, con gioco di piste e spazio educativo. Sono previste, oltre ad attività per famiglie, visite speciali il martedi per persone anziane, visite guidate per il pubblico in generale il lunedi e sabato.
Iscrizioni e informazioni al tel. 93 476 86 30 o a: www.lacaixa.es/obrasocial

Il link riporta un brano di opera teatrale musicale prodotto a Padova da Interensemble lo scorso anno:
http://www.facebook.com/video/video.php?v=1049650655831

divendres, 8 de maig del 2009

Sagunt



Il teatro romano di Sagunto non sarà demolito
Il Tribunal Superior de Justicia del País Valencià (TSJPV), trova "assurdo" demolire le opere realizzate vent'anni fa dagli architetti Giorgio Grassi e Manuel Portaceli




divendres, 24 d’abril del 2009

Josep Luís Sert







Il 12 luglio 1937 s'inaugura a Parigi, all'Esposizione delle Arti e della Tecnica, il Padiglione di Spagna. Si decide di evitare i contenuti commerciali e dare all'opera un marcato carattere politico, dove le opere d'arte contribuiranno a spiegare la situazione del paese.
Picasso, infatti, vi esporrà il suo GUERNICA. Anche se senza molte conseguenze sul piano diplomatico, questo dipinto farà comunque conoscere al mondo l'orrore della guerra in corso.
Nelle foto, la ricostruzione del padiglione commissionata nel 1992 dal Comune di Barcellona agli architetti Miquel Espinet, Antoni Ubach e J.Miguel Hernández León.
Oggi il padiglione è sede di una biblioteca specializzata in temi di guerra civile, esilio e altri legati al periodo storico nel quale fu concepito. Si trova nel quartiere Horta Guinardo, in Carrer Manrique, a 5 minuti dalla fermata Montbau Metro Linea 3. Bus n. 10, 45, 102.

divendres, 13 de febrer del 2009

02_13 Narcís Monturiol









Narcís Monturiol i Estarriol (Figueres, 28 de setembre de 1819 - Sant Martí de Provençals, Barcelona, 6 de setembre de 1885) va ser l'inventor de la primera nau de navegació submarina de propulsió mecànica.

Biografia
Aquest enginyer, artista i intel·lectual va néixer a Figueres, fill d'un boter. Monturiol estudià a Cervera i es llicencià en dret a Barcelona el 1845, si bé mai va exercir-ne.

La seva amistat amb Abdó Terrades el portà a afiliar-se al Partit Republicà i a simpatitzar amb les idees socialistes d'Étienne Cabet. Donà suport a la participació catalana a la comunitat utòpica "Icària" i "Nova Icària", i hagué d'exiliar-se a França el 1848 a causa de les seves idees polítiques.

A partir del seu retorn, aprèn l'ofici d'impressor i munta una impremta on edità La madre de família (1846), El padre de familia i La Fraternidad (1847-48), que fou el primer diari comunista d'Espanya. Co-editor amb Joan Landa, de la sèrie Hombres i mujeres célebres de todos los tiempos.

La seva estada a Cadaqués, on es refugiar per fets polítics i en què es guanyava la vida com a pintor, li permeté observar la perillosa feina dels recol·lectors de corall. Això el va portar a pensar sobre la navegació submarina i quan tornà a Barcelona el setembre de 1857 organitzà la primera societat comercial a Espanya dedicada a l'exploració de la navegació submarina sota el nom de Monturiol, Font, Altadill y Cía. amb un capital de 10.000 pessetes.


Rèplica de l'Ictíneo I davant del Museu Marítim a Barcelona.El 1858 presentà el seu projecte amb una tesi titulada l'Ictini o la nau-peix. El primer viatge del seu primer submarí, l'Ictíneo I, tingué lloc el setembre de 1859 al port de Barcelona, devant de molt de públic aconseguir navegar completament sumergit durant dos hores i vint minuts [1]. Amb el capital obtingut es constituí l'empresa La Navegación Submarina amb l'objectiu de desenvolupar l'Ictíneo II. Aquest submarí amb un sistema de propulsió anaeròbica.

Altres invencions de Monturiol inclouen un procés per incrementar la velocitat de producció de paper adhesiu que aplicà quan fou nomenat director de la Fàbrica Nacional de Moneda i Timbre de Madrid, màquina per fer cartipassos, màquina de fer cigarretes, pinsos a base de fusta de salze per a conills, procediment de fabricació de sabó en fred, soles de sabates sintètiques, cola líquida per a fusta, camises per a cilindres de motor, betum per a sabates, un velògraf aparell destinat a l'obtenció de còpies d'un original escrit o dibuixat, projecte d'un tranvia per a Tarragona, receptor giratori de vapor...

Es va llicenciar en Dret, fou caixista d'impremta, caixer de banc i diputat per Manresa a les Corts espanyoles en la primera República espanyola.

Josep Puig Pujades va escriure la seva biografia a Vida d'heroi

divendres, 30 de gener del 2009

Jardí Botànic de Barcelona





El Jardí Botànic de Barcelona és una institució municipal al servei de la societat. El Jardí preserva col·leccions de plantes mediterrànies de tot el món. Entre els seus objectius principals destaca la conservació i la documentació del patrimoni natural de Catalunya. A la vegada, el Jardí actua com a element difusor de la cultura botànica i naturalista, promou el coneixement a través de les seves activitats adaptades a tota mena de col·lectius, des d’aficionats a professionals en general, i per a les escoles. Mitjançant aquesta difusió, es promou la sensibilització del ciutadà vers el coneixement i el respecte a la natura.

Des del punt de vista científic, el Jardí rep el suport de l'Institut Botànic de Barcelona. L'Institut és un centre de recerca mixt (Ajuntament de Barcelona i CSIC) dedicat a la investigació botànica. Aquest centre de consolidat prestigi té una important biblioteca i un dels herbaris més grans de Catalunya.

La concepció mediterrània del Jardí el fa que sigui un espai únic per experimentar amb noves plantes de clima mediterrani per introduir-les, posteriorment, a la jardineria. En aquest sentit, hi ha des de l'any 2000 un conveni entre l'Institut de Cultura de l'Ajuntament de Barcelona i la Mancomunitat de Municipis de l'Àrea Metropolitana de Barcelona, que regula la utilització del Jardí com a espai d'experimentació amb noves plantes i noves tècniques per desenvolupar el camp de jardineria sostenible. Els resultats que s'obtenen són noves idees que es van traslladant a la resta de parcs de la ciutat i del seu entorn.



Historia
Anteriormente a la apertura de este jardín botánico existía en la ciudad de Barcelona el que actualmente se conoce como Jardín Botánico Histórico (reabierto al público en octubre de 2003). Este jardín fue creado el año 1930 por el Dr. Pius Font i Quer, en la "avenida dels Muntanyans" del parque de Montjuic, siendo fácilmente reconocible por presentar los árboles más grandes que se encuentran en la ciudad.


Vista general del jardín botánico de BarcelonaDebido a las obras de acondicionamiento de equipamientos en Montjuic para los Juegos Olímpicos de Barcelona 1992, se tuvieron que abrir nuevos accesos, lo que afectó la estabilidad de los terrenos abruptos del Jardín Botánico Histórico, lo que originó que se debiera de cerrar al público.

Con esta situación se originó el que se propusiera la creación de un nuevo jardín botánico para Barcelona, que fuera un centro de estudio y conservación de especímenes, especializado en la flora mediterránea.

De este modo surge el Jardín Botánico de Barcelona, abierto al público el 18 de abril de 1999, aprovechando los terrenos de un antiguo vertedero de escombros, en el parque de Montjuic. El proyecto lo realizó el Ayuntamiento de Barcelona, con subvenciones de la Unión Europea.

dimecres, 21 de gener del 2009

Dimarts 20 de gener: Puig i les quatre columnes







Les quatre columnes, a la tardor
Acord final per restituir la columnata de Puig i Cadafalch a Montjuïc | Es recupera la visió frontal des de la plaça d'Espanya
El concurs per fer l'obra es farà aquest febrer
Notícia publicada al diari AVUI, pàgina 25. Dilluns, 19 de gener del 2009
per Carles Sabaté

Les quatre columnes que simbolitzen Catalunya tornaran a presidir Montjuïc aquesta mateixa tardor. L'Ajuntament de Barcelona convocarà aquest febrer el concurs per iniciar les obres de restitució de les quatre columnes jòniques de l'arquitecte i president de la Mancomunitat, Josep Puig i Cadafalch, enderrocades pel general Primo de Rivera. Després de dècades de peticions per part de diverses entitats catalanistes, i de compromisos incomplerts per part del mateix Ajuntament, l'obra de restitució es durà a terme aquest any. Abans d'acabar el 2009 estaran enllestides, segons les previsions municipals.

dilluns, 19 de gener del 2009

Palladio a Barcelona

http://www.enfasys.org/contrabanda/20081128-Zibaldone.mp3

Mercat de Sant Josep o de la Boqueria
Josep Mas i Vila, 1779-1855. Fou un arquitecte català.
Fill del també arquitecte barceloní Josep Mas i Dordal, va col·laborar amb el seu pare i li va succeir com arquitecte municipal l'any 1808. Autor també de la portada del Cementiri Vell de Barcelona al barri de Poblenou l'any 1840, en aquest mateix any va construir el mercat de Sant Josep o de la Boqueria, i va fer les reformes del mercat de Santa Caterina el 1844 juntament amb l'arquitecte Josep Buixareu.





Façana neoclàssica del palau de l'Ajuntament
D'estructura neoclàssica, té un esquema on s'avança la part central per a remarcar-la al primer pis amb quatre grans columnes amb capitells jònics que formen la balconada presidencial, on encara es pot veure la placa en relleu de Celdoni Guixà, que es va realitzar amb motiu de la inauguració de la Plaça de la Constitució, actual plaça de Sant Jaume. Sobre aquesta placa es va col·locar l'any 1852, un gran rellotge realitzat pel rellotger Garçon.
Seguint la simetria de la part central, els laterals estan formats per dos cossos de tres plantes amb finestres de mig punt a la planta baixa, finestres amb balconada al primer pis i finestres més petites al segon.

Andrea Palladio
(30 de novembre de 1508 – 19 d'agost de 1580), fou un arquitecte Venecià.

Projectà nombrosses cases («vil·les») i palaus, especialment a Venècia, Vicenza i els seus entorns on moltes de les seves obres, les «Viles de Palladio al Vèneto» estan protegides per l'UNESCO com Patrimoni de la Humanitat.
Palladio és considerat com l'arquitecte més influent i més imitat de tota l'Història de l'Arquitectura a Occident. De fet, els centenars i milers de cases, |esglésies, edificis públics amb façanes simètriques i semicolumnes adosades, rematats per un frontó, deriven d'una forma o altre dels dissenys d'Andrea Palladio.
Durant moltes generacions i per part de moltes escoles nacionals d'arquitectura, principalment les del món anglosaxó com l'arquitectura anglesa o la Arquitectura nordamericana s'ha considerat la seva arquitectura com el paradigma de la tradició clàssica.


I quattro libri dell'architettura



Frontespizio de I quattro libri dell'architettura

I quattro libri dell'architettura sono un trattato in quattro tomi pubblicato nel 1570 dall'architetto rinascimentale Andrea Palladio (1508-1580), che ispirò lo stile detto "palladianesimo". Rappresenta uno dei primi esempi di trattato illustrato.
Palladio iniziò a scrivere il trattato a soli 22 anni e lo arricchì poi con le proprie opere. La prima edizione de I quattro libri dell'architettura vide la luce a Venezia nel 1570. Seguono varie edizioni e rifacimenti posteriori, oltre a traduzioni in francese, olandese e inglese. All'interno di questo testo sono presenti illustrazioni atte a dimostrare le idee del Palladio circa la purezza e la semplicità dell'architettura classica, disegnate di suo pugno. Il libro riscosse notevole successo e ispirò l'opera di un gran numero di architetti fino a tutto il XIX secolo. L'architettura palladiana guadagnò popolarità in tutta Europa e, per la fine del XVIII secolo, fu conosciuta persino in America settentrionale.
Nei Quattro libri sono indicate regole sistematiche per il costruire ed esempi di progetti, cosa che all'epoca non era usuale. Anziché modelli da copiare, le tipologie architettoniche assumono la fisionomia di schemi compositivi dove poter esercitare infinite varianti. L'inconfondibile stile della villa palladiana si basa sull'applicazione di dettagli ad un sistema strutturale costruito in laterizio. Palladio presentò due canoni cui attenersi nelle costruzioni: regole di progettazione basate sull'aspetto e regole per l'edificazione basate sulla logica della costruzione della villa.
Il trattato è suddiviso in quattro tomi:
I libro: tratta la scelta dei materiali, il modo di costruire, le forme degli ordini architettonici in tutte le loro parti.
II libro: riporta i disegni delle costruzioni realizzate da Palladio. Tali raffigurazione talvolta si discostano dall'edificio costruito in quanto risentono di un processo di idealizzazione e adeguamento al maturo linguaggio del maestro.
III libro: descrive la maniera di costruire strade, ponti, piazze e basiliche.
IV libro: contiene i rilievi di un gran numero di edifici antichi.


Monticello

Thomas Jefferson, presidente degli Stati Uniti d'America e uno dei più fervidi estimatori di Palladio, una volta si riferì a questo libro definendolo "la Bibbia dell'architettura". Jefferson progettò la propria residenza di Monticello in stile neopalladiano.
















Monticello (pronunciato /mɒntəˈtʃɛloʊ/), situata presso Charlottesville, in Virginia, era la tenuta di Thomas Jefferson (terzo presidente degli Stati Uniti d'America). L'edificio è stato costruito su un progetto dello stesso Jefferson, ed è situato sulla cima di un colle delle Southwest Mountains.

Monticello, il cui toponimo è tratto direttamente dalla lingua italiana per indicare una piccola montagna, è stata inserita tra i patrimoni dell'umanità nel 1987, in coppia con l'Università della Virginia.

Un'immagine della facciata occidentale di Monticello venne impressa sulla moneta da 5 centesimi di dollaro statunitense tra il 1938 ed il 2003 (per poi ritornarvi all'inizio del 2006) e sulla banconota da 2 dollari tra il 1928 ed il 1966.

I lavori sulla proprietà di Monticello iniziarono nel 1768, e Jefferson abitò il padiglione Sud (un edificio esterno) a partire dal 1770. Il progetto originale si basava sullo stile classico del Palladianesimo. Quando Jefferson abbandonò Monticello nel 1784 per viaggiare in Europa, il progetto originale era stato in gran parte completato, con l'eccezione dei portici e delle decorazioni in legno intarsiato degli interni. Prima del ritorno, Jefferson ampliò la propria visione di Monticello per incorporare le caratteristiche tipiche degli edifici palladiani e delle rovine ammirate oltreoceano. I progetti originali vennero ammodernati a partire dal 1796. La costruzione di Monticello venne sostanzialmente completata nel 1809, con l'eccezione della cupola.

Jefferson morì il 4 luglio 1826, e Monticello venne ereditata dalla primogenita Martha Jefferson Randolph.

Un'organizzazione privata, senza scopo di lucro, la Thomas Jefferson Foundation, acquistò la casa da Jefferson Levy nel 1923, per poi farla restaurare dagli architetti Fiske Kimball e Milton Grigg. Monticello è attualmente adibito a museo.

Sebbene numerosi edifici siano stati ricostruiti o ristrutturati per riportare l'edificio ed il suo circondario alle medesime condizioni dell'epoca di Jefferson, nessuno dei ricoveri per gli schiavi è stato ricostruito, facendo scomparire in tale modo gli oltre 200 schiavi che erano li detenuti sotto le dipendenze del presidente americano.





14 gennaio 1909 (La Crosse, Wisconsin )
22 giugno 1984 (London, GB)

JOSEPH LOSEY








Non possiamo non citare il bellissimo film di Joseph Losey Don Giovanni, quasi interamente girato nelle ville palladiane, in particolare a Villa Capra la Rotonda, con un libero montaggio che la situa sulla laguna veneziana anzichè sul “monticello” nei pressi di Vicenza dove, in realtà si trova.