dijous, 21 de maig del 2009

PALLADIO 1508-1580 l'Arquitecte




PALLADIO 1508-1580 l'Arquitecte
CaixaForum Barcelona dal 22 maggio al 6 settembre 2009

Esposizione organizzata in collaborazione con
Roial Academy of Arts, London
Centro Internazionale di Studi Andrea Palladio, Vicenza (CISA)
Royal Institute of British Architects, London (RIBA)


Palladio l’Arquitecte, è un’esposizione sull’opera dell’architetto italiano, vissuto fra il 1508 e il 1580, realizzata in collaborazione con la Royal Academy of Arts di Londra e il Centro Studi Andrea Palladio di Vicenza, insieme con il Royal Institute of British Architects di Londra. L’allestimento, impeccabile, rende il Palladio un fenomeno di studio, immerso in un’atmosfera tutt’affatto contemporanea. Sono possibili, insieme, varie letture della mostra: quella squisitamente architettonica, dei valori formali; quella del lavoro dell’architetto, professionista di idee e di pratica; quella storica, dei legami di persone, di rapporti, di pensieri.
Nei novecento metri quadrati dell’esposizione, colpisce particolarmente la famosa collezione di modelli in legno con particolari in bisquit di porcellana, della Basilica di Vicenza, dei palazzi e delle ville che da oltre trent’anni si arricchisce di pezzi elaborati su documenti, disegni e studi. Si vedono qui, insieme, i disegni conservati a Londra Vicenza e Venezia. Si evidenzia il modo di lavorare di Andrea di Pietro della Gondola e quanto i curatori - Howard Burns, Guido Beltramini e Fernando Marìas - hanno trovato, in anni di studi.
Troviamo anche dipinti di grandi autori: Tiziano che ritrae Daniele Barbaro, due Canaletto, un ritratto della numerosa famiglia di Gianalvise Valmarana, un Greco, un Veronese che rieccheggia le architetture palladiane e mette su tela, ma non è un caso, i due fratelli Barbaro, mecenati e committenti del nostro Andrea. Dai numerosi inediti appare, per esempio, la quasi sconosciuta entratura spagnola: il progetto della chiesa dell’Escorial inviato a Filippo II.
Burns, nella conferenza inaugurale, ha mostrato documenti dove si accavallano schizzi, progetti, particolari, appunti: tutto assieme l’iter di un’idea, visibile poi, solo in pochi casi, nell’edificio realizzato. La tesi del più noto studioso del Palladio è che anche le sue costruzioni siano rappresentazioni , idee da lanciare. Non è necessario edificarle per intero. Anzi, non si potrà mai farlo: la splendida simmetria dei corpi di fabbrica rimarrà solo un concetto. Non sarà mai possibile terminare gli edifici, e il Palladio lo sa, perchè il terreno non basterebbe o non è di proprietà del committente, o si dovrebbe demolirne altri. Il fatto che quasi tutti i suoi palazzi vicentini siano ultimati solo in parte, sarebbe quindi spiegato da questa singolare chiave di lettura.
Nei suoi libri, Andrea di Pietro espone metodi di progettazione e edificazione attraverso i propri progetti, ma una verifica precisa delle misure ha da tempo dimostrato che i progetti pubblicati non corrispondono esattamente agli edifici costruiti. Secondo Burns, anche i manufatti sono dei modelli. In scala naturale.
Ecco, quindi alcune letture, fra le molte possibili. Palladio inserito nei movimenti e nelle fazioni politiche europee attraverso i suoi committenti. Palladio che, dopo Vicenza, arriverà nella capitale Venezia, e costruirà solo bellissime chiese, ma non un solo edificio civile. Palladio che, attraverso il suo trattato, porta il classicismo in tutto il mondo occidentale: migliaia di copie dei Quattro Libri, attraverso l’architetto inglese Inigo Jones, arriveranno fin negli Stati Uniti dove il terzo presidente Thomas Jefferson si dichiarerà suo discepolo e costruirà la sua casa privata chiamandola “monticello” con un nome tutto italiano e allusivo alla più nota delle ville vicentine, la Rotonda, che sorge appunto su una piccola collina. Villa Almerico Capra è ancora li, fuori Vicenza.
Per vederla bene, insieme con decine di altre, anche da Barcellona, ci sono due modi: la mostra al CaixaForum, o l’indimenticabile film di Joseph Losey “Don Giovanni”.

Chi era:
Andrea di Pietro era nato a Padova, nel 1508 da una famiglia umile, il padre era mugnaio. A 13 anni inizió l’apprendistato di scalpellino e seguí la famiglia a Vicenza lavorando sempre come tagliapietra, fino all’incontro, nel 1535, con il nobile Giangiorgio Trissino, raffinato umanista, che lo guiderà verso una formazione culturale e alla scoperta dell’architettura classica.
La conseguenza dei viaggi a Roma, dove Andrea disegna e misura le “antiche fabbriche dei romani”, sarà evidente nel suo modo di progettare. Egli riuscirà a costruire edifici comodi e abitabili con l’uso delle proporzioni e gli elementi fino ad allora riservati all’architettura aulica. Per la ricchissima nobiltà vicentina prima e nelle chiese veneziane poi, realizzerà costruzioni con portici colonne archi, tratti da templi terme e rovine romane. Il tutto senza marmi o pietre, ma solo con mattoni e stucco. L’economia e la razionalità saranno per lui la prima regola da seguire. L’opera che gli diede maggiore notorietà, peró, è il trattato I quattro libri dell'architettura, pubblicato a Venezia nel 1570, che insegnava come progettare, con i canoni classici degli ordini architettonici, archi colonne e capitelli applicandoli alla costruzione di ville, palazzi e ponti. I disegni, gli aspetti stilistici e le proporzioni formali contenute in questo trattato influenzarono in modo determinante tutta la produzione architettonica successiva, dall'illuminismo all'Ottocento, fino alla nascita del Movimento moderno nel Novecento. Palladio in questo trattato sviluppa la teoria delle proporzioni architettoniche già presente nell'antico trattato De Architectura dell'architetto romano Vitruvio di cui Palladio stesso curò una edizione illustrata nel 1567 assieme a Daniele Barbaro, suo amico, per il quale costruirà la splendida villa di Maser, vicino Treviso, dove si spegnerà il 19 agosto 1580.

La mostra Palladio l’Arquitecte rimarrà aperta sino al 6 settembre, ad entrata gratuita, tutti i giorni. L’orario sarà dalle 10 alle 20, il sabato fino alle 22. In luglio e agosto il mercoledí fino alle 23.
L’allestimento è stato concepito in modo che le tutte le opere siano visibili anche a persone in sedia a rotelle e ai bambini. Per i maggiori di cinque anni c’è uno spazio educativo, con gioco di piste e spazio educativo. Sono previste, oltre ad attività per famiglie, visite speciali il martedi per persone anziane, visite guidate per il pubblico in generale il lunedi e sabato.
Iscrizioni e informazioni al tel. 93 476 86 30 o a: www.lacaixa.es/obrasocial

Il link riporta un brano di opera teatrale musicale prodotto a Padova da Interensemble lo scorso anno:
http://www.facebook.com/video/video.php?v=1049650655831